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sabato 1 agosto 2015

2 agosto 1980



2 agosto 1980 
cronaca (assolutamente vera) di una drammatica "giornata qualunque"





1 agosto - ore 21.15
mi suona il telefono e vado a rispondere 
(Io ho 29 anni, vivo da solo a Granarolo dell'Emilia)
è mio padre che chiama dal telefono pubblico per salutarmi e avere notizie
(I miei genitori sono in vacanza nella casa che abbiamo sull'Appennino, vicino a Monghidoro. In quella casa non c'è il telefono fisso)
mi passa la mamma, mi dice che la mattina seguente scenderanno a Bologna per accompagnare in stazione Annamaria, che rientra a Torino con il treno delle 10.10
(Annamaria è la figlia di Rita, una carissima amica di mamma. Ha trascorso una settimana di vacanza ospite dei miei genitori)
2 agosto 1980 - ore 8.00
esco di casa e con la mia 124 vado a lavorare, è sabato, una giornata calda e afosa
(Lavoro come addetto alle vendite nel grande negozio di arredamenti Azzaroni, a Calderara di Reno. Sono stanco, ma felice perchè all'una finisco e da lunedì sarò in ferie. Oggi pomeriggio non lavoro, ho avuto quattro ore di permesso retribuito)
2 agosto 1980 - ore 12.00
finalmente al negozio arriva mio fratello, è in ritardo di quasi un'ora
(Mio fratello ha oggi un appuntamento con il mio titolare, per apporre una firma a garanzia di un prestito che mi ha concesso per poter cambiare la macchina)
si scusa e si giustifica dicendo che Bologna è mezza bloccata, che è successo qualcosa di grave, che ci sono sirene e ambulanze, dice di aver sentito dire che in stazione è scoppiata una caldaia nel ristorante e che ci sono molti feriti e forse dei morti
(Nessuno al negozio sa di questo incidente. Nell'ufficio dove mi trovo, la signora Maria, la segretaria di Azzaroni, accende una radio. Le trasmissioni nazionali sono interrotte e un cronista conferma che alla stazione di Bologna vi è stato un forte scoppio, probabilmente per l'esplosione di una caldaia. Pare vi siano diverse vittime, almeno una decina di morti)
2 agosto 1980 - ore 13.00
esco dal lavoro, mio fratello è già andato via, io frastornato, curioso, decido di andare in centro a Bologna, in piazza dei Martiri è tutto bloccato, non lasciano passare nessuna auto, parcheggio e proseguo a piedi
(Via Amendolo e poi viale Pietramellara sono pienessime di gente che va verso la stazione a piedi. Tutti sono in silenzio, agitati, i volti tesi)
2 agosto 1980 - ore 13.15
arrivo di fronte alla stazione, sotto i portici, davanti all'albergo, oltre non è possibile andare, sono sconvolto nel vedere che mezza stazione, tutta l'ala sinistra, è crollata, mai visto un disastro così
(Tra la gente continuano a dire che è stato un incidente, che è scoppiata una caldaia, nessuno parla di bombe. Sirene in continuazione, ambulanze, polizia, vigili del fuoco. Un autobus rosso di linea è difronte all'entrata principale della stazione, ha lenzuoli bianchi che coprono i finestrini, dicono che stanno caricando cadaveri maciullati, che i morti siano veramente tanti)
2 agosto 1980 - ore 13.30
più persone dicono che il tutto è accaduto poco dopo le 10, mi fanno notare che l'orologio della stazione è fermo esattamente alle 10.25
(In quel momento realizzo che mamma mi aveva detto che alle 10.15 avrebbero accompagnato Annamaria a prendere il treno per Torino.. sono sopraffatto dal panico, sono angosciato, decido di andare immediatamente a casa per telefonare ai miei genitori)
2 agosto 1980 - ore 14.00
sono rientrato a Granarolo e provo subito a chiamare i vicini di casa, su' in montagna, loro hanno in casa il telefono fisso, ma stranamente nessuno risponde
(L'angoscia mi aumenta, mi chiedo perchè la signora Egle non risponda? Saprò più tardi che la tragedia di Bologna ha colpito proprio la sua famiglia, la figlia della signora Egle è moglie di Bolognesi. La famiglia Bolognesi ha avuto due morti alla stazione, Polo Bolognesi, fratello del genero della signora Egle, diverrà tristemente famoso per essere poi il Presidente del Comitato delle Vittime della strage del 2 agosto 1980)
2 agosto 1980 - ore 14.30
mi chiama finalmente mio padre, mi dice che sono su' a casa in montagna, avevano saputo di quanto era accaduto appena giunti, dalla signora Egle, che poi era corsa giù a Bologna angosciata
(Mio padre mi racconta che il treno per Torino era partito puntualissimo dal primo binario alle 10.15, che loro proprio a quell'ora erano lì su quel tragico primo binario. Lui aveva parcheggiato l'auto proprio difronte alla stazione a pochi passi dall'entrata principale, e che sicuramente alle 10.20 erano già partiti, che alle 10.25 probabilmente si trovavano circa a porta Zamboni) 
2 agosto 1980 - ore 16.30
da Granarolo ritorno a Bologna, già alla radio parlano di più di cinquanta morti, non posso fare a meno di partecipare con la mia presenza a questo grande dolore che mi attanaglia lo stomaco.
(A Bologna vado con una mia amica. Alle 17 sono difronte alla stazione e proprio per caso incontro Franco, un carissimo amico ferroviere. Mi fa entrare all'interno della stazione, sul primo binario. Qualcuno comincia a dire che forse è stata una bomba. Rimango sul primo binario, appoggiato alla transenna, oltre la quale non è possibile andare, fino alle due della notte. A quell'ora estraggono dal treno distrutto, fermo sul primo binario, pochi metri da dove sono io, ancora un altro cadavere irriconoscibile, quasi contemporaneamente c'è una improvvisa agitazione tra i soccorritori, un ferito è stato appena estratto dalle macerie della sala d'aspetto crollata)
3 agosto 1980 - ore 02.30
rientro a casa, ho lo stomaco chiuso, sono angosciato, distrutto, anche spaventato, mi metto sul letto ma non riesco a dormire
(Solo la mattina seguente realizzerò pienamente quanto è accaduto. Ormai sarà certo che è stata una bomba. I morti sono 84, che poi diverranno 85. Un uomo è morto all'angolo del hotel Jolly, in piazza di porta Galliera, colpito in pieno da un frammento di muro volato da oltre cinquanta metri)



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